Al tempo di internet quelli che furono giovani negli anni ’80 non possono non ricordare che con gratitudine la storia a fascicoli di Arrigo Petacco. Si acquistava in edicola ed era una novità non di poco conto: la storia, la grande storia usciva dalle biblioteche e dai cenacoli esclusivi per portarsi nei luoghi più prossimi al variegato pubblico di massa. Ricca, ricchissima di foto e documenti spesso inediti. Un approccio nuovo, distante tanto dalla pedante saggistica quanto dalle tediose lezioni professorali. In un linguaggio narrativo semplice e scorrevole permetteva di scoprire risvolti e chiavi di lettura dei fatti che i libri scolastici inquinati dal dottrinarismo marxista, avevano scientemente soffocato. Arrigo Petacco è un partigiano tra i pochi sopravvissuti, aveva sedici anni al tempo della “resistenza” e senza riserve con la consapevolezza documentaristica dello storico, afferma che senza l’intervento degli Stati Uniti d’America in Italia la Resistenza non ci sarebbe stata. Che quelli coinvolti non erano più di ottantamila uomini e non erano nemmeno comunisti a cui va detto, della Patria non importava nulla. Sul movimento resistenziale però, seppero edificare un “castello di carta” tale da farla apparire come “lotta di popolo”. Per molti anni contro la retorica resistenziale aggiunge, non si è potuto scrivere. Solo a Giampaolo Pansa è stato permesso di ricostruire la verità, perché era un giornalista che si pensava orientato a sinistra. Ecco, alla vigilia del 25 aprile crediamo sia utile accennare al lavoro di intellettuali e storici anticonformisti, capaci di mantenere, testimoniare e documentare un pensiero libero ed autorevole che per molti versi stride con le verità dei vincitori. Come nel caso ad esempio, di Domenico Fisichella: il fascismo fu Continua a leggere
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