Dove c’è amore c’è famiglia, il poliamore nella Chiesa di Francesco

La fantasia è arrivata al potere e si è impadronita della società. Ha utilizzato il grimaldello della libertà ed è riuscita a mettere sotto scacco la cellula fondante dell’organizzazione umana, la famiglia, come mai era accaduto in alcuna delle precedenti epoche storiche. Quei poteri veramente forti ben rappresentati dalle organizzazioni internazionali come l’ONU, con l’obiettivo di ridimensionare l’opera dell’uomo e ricondurlo al livello di ogni altro essere che popola la terra, animale o vegetale che sia, al fine di svilirlo per meglio governarlo, si sono avvalse di un complesso armamentario ideologico e propagandistico che va sotto il nome di “diritti umani” all’aborto, all’utero in affitto, al matrimonio tra persone dello stesso sesso, alla teoria del genere ispirato dai gusti e dalle preferenze di ciascuno ecc. ecc. Nuovi precetti inventati che hanno finito per essere ripresi e riconosciuti dai codici civili in virtù di una egemonia mediatica e culturale alla quale in pochi hanno avuto la forza e la tensione morale necessarie per opporsi. Messa sotto scacco dalla libertà, si è lasciato che la famiglia cristiana fosse confusa quando non completamente sostituita, dalla gradevole leggerezza dei sentimenti amorevoli di attrazione ed amicizia fino a giungere all’accreditamento sociale di quel vasto mondo relazionale che oggi va sotto il nome di “poliamore“. Che sia tra uomini; che sia tra donne; che sia tra uomini ed animali; quali che siano le condizioni date, lì dove c’è amore, si vuole che ci sia famiglia. Di fronte ad una simile, inimmaginabile confusione e disordine civico, la Chiesa fino a Benedetto XVI aveva saputo reagire e mettere un argine alla babele riappropriandosi dell’antropocene ammalata di eccesso di tolleranza per mezzo del Pontificio Consiglio della famiglia istituito da Giovanni Paolo II e presieduto dal Cardinale Alfonso Lopez Trujillo. Con fermezza e coraggio incontrovertibili, il gruppo di studiosi chiamati a ripristinare le distanze tra vizi e virtù, aveva saputo opporsi senza pudori malcelati ai “tanti Parlamenti e fori internazionali” che imprigionano l’uomo e gli negano l’ossigeno. Poi un giorno all’improvviso, è giunta la Chiesa di Francesco che nella Sua furia riformatrice ha spazzato via dopo trentacinque anni di onorato servizio,
anche il Pontificio Consiglio della famiglia inadeguato a nuovi tempi del cristianesimo indifferente dove un Dio vale l’altro purché i poteri globali si sentano rassicurati. Da che cosa nasce l’esigenza avvertita dalla Chiesa contemporanea di sintonizzarsi sulle frequenze istintuali dell’uomo, variabili indipendenti nel corso dei secoli della sua fragile natura cangiante? Interrogativo legittimo che per il momento resta senza risposta ed alimenta dubbi e perplessità su tanta tolleranza umanitaria. 

 

 

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