Tre milioni di dollari bastarono a Soros per far crollare il muro di Berlino. Trecento milioni di investimenti invece, non sono bastati per fermare la Brexit e l’ascesa alla Presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump. Notizie d’impatto che potrebbero sembrare delle “fakes”, sono invece confermate di pugno da George Soros, oggi sul Sole24ore. Certamente bisogna saper leggere tra le righe. Il grande vecchio della finanza internazionale confessa tutto quanto il suo rammarico per le difficoltà della contingenza oppositiva che il disegno globalista sta incontrando in Europa come in America e sarebbe anche lecito pensare che il vecchio miliardario si sia lasciato tradire nelle intenzioni dalle sue stesse parole nelle quali si intravedono i preamboli fondativi e si possono cogliere chiaramente i motivi ispiratori di un disegno complessivo che molto spesso viene schernito dai grandi media e dal pensiero splendido che domina le menti della intelligenza collettiva, quando viene denunciato quale cospirazione mondialista e ridotto a complottismo esagitato di mentecatti ed ignoranti. Il vecchio speculatore felice ricorda il periodo esaltante di successi della sua intuizione quando, dopo il crollo del muro di Berlino, la società aperta e senza confini avanzava inarrestabile e sembrava aver preso le coscienze dei popoli, propugnata e difesa dagli Stati Uniti d’America. Poi qualcosa deve non aver proseguito secondo i piani e quel meraviglioso processo di egualitarismo ed indifferenziazione culturale si è arrestato fino a minacciare la società aperta immaginata e soprattutto economicamente promossa dall’asserita filantropia politica del finanziere apolide nato in Ungheria, che in gioventù si dice aver abbracciato ben altri ideali di cui in questo blog scegliamo di non riportare notizia perché vogliamo lasciare al lettore il “piacere della scoperta”. La ricchezza conseguita senza fatica, cambia gli uomini prima che il mondo. Solo oggi, ad 89 anni compiuti il 12 agosto, il campione riconosciuto del flottante cartolarizzato, avverte come una minaccia al dogma della società aperta, lo sviluppo delle tecnologie informatiche ed imputa agli Stati Uniti di Trump il fallimento del suo modello massificante di capitalismo globale
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