Silvio, vinciamo noi ed accogliamo i profughi

vignetta-sfondo-header-fionda di rilacio di berlusconiTV e sondaggi, a ringalluzzirlo gli inseparabili ferri del mestiere: la popolarità di Renzi è in calo, l’alleanza di centrodestra è al 33%, il PD è al 30,2% ed il M5S al 27% , ritorno in televisione e vinciamo noi al primo turno. Cominceranno Bertolaso e Parisi col rimediare i disastri della sinistra. A Roma e Milano abbiamo scelto due uomini di provate capacità e profondi conoscitori della macchina amministrativa. L’intervista segue il copione che oramai è diventato un classico recitato a menadito: la democrazia irrimediabilmente compromessa dal terzo Presidente del Consiglio consecutivo non eletto; le libertà sono messe in pericolo dall’invidia sociale, un tempo dei comunisti ora patrimonio ereditato dai grillini; il cancro della Magistratura politicizzata ingrediente che non può mancare nella preparazione del menu elettorale forzista. Qualche novità arriva dalla politica estera ed ha il sapore popolare nel senso del Partito Popolare Europeo dove vorrebbe riaccreditarsi senza riserve: accogliamo i profughi, l’Europa dei diritti umani non deve voltare le spalle. Poi forse dovendo fare i conti col pacchetto di maggioranza della coalizione nelle mani di Salvini: coloro che non hanno diritto, devono essere rimpatriati, ben sapendo che è una operazione impossibile da mettere in pratica visto che quell’Europa dei diritti strumentalmente agitati, vieta i rimpatri di massa ed anche a voler solamente pensare a rimpatri individuali con voli in business class, si farebbe in tempo a morire e poi rinascere. Altro nodo da sciogliere con Salvini è la Libia: assolutamente non bisogna bombardare perché muoiono donne, bambini ed anziani, la gente vede le loro case distrutte e non ritorna indietro. Ottimo per attrarre elettorato grillino di risulta deluso dai vecchi partiti e però, non potendo licenziare Salvini, Edmond Dantès conte di Arcore, apre ad una missione militare di terra per sconfiggere l’Isis, pericolosa minaccia per l’occidente arrivata sull’uscio di casa italiano. Riuscire nell’impresa significa anche recuperare l’alleanza strategica con la Russia che Berlusconi considera parte dell’occidente. Putin, Mubarak e Geddafi furono il suo tridente d’attacco schierato in politica estera: se in Europa mi avessero dato ascolto, si sarebbero evitate anarchia, violenze, terrorismo e fame in tutto il medio oriente. L’unica politica ragionevole che si poteva immaginare era quella di stringere collaborazioni economiche che avrebbero indotto quei regimi ad allentare la morsa ed avvicinarsi all’occidente nell’interesse comune della lotta al Jihadismo. Ma non gli demmo ascolto, c’era da salvare la democrazia. L’esperienza della rivoluzione komeinista iraniana non era bastata agli USA ed alla Francia, liberali e progressisti ancora una volta videro risorgere il sol dell’avvenire dalle tombe di Geddafi e di Mubarak come l’avevano visto arrivare alla partenza dello Scià Reza Palavi. Un vecchio vizio della democrazia è quello di credere che non sia possibile governo migliore, in fondo già ai tempi dell’antica Grecia si pensava di esportare la democrazia fu infatti Atene a muovere contro Sparta…

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