Il federalismo è cosa nostra

La Sicilia non ci sta a tagliare 1753 poltrone e neanche vuole rinunciare al contributo perequativo previsto dal federalismo che la manovra di agosto 2011 ha vincolato al taglio dell’affollata ARS (Assemblea Regionale Siciliana), da 90 a 50 deputati. Una mossa astuta per disinnescare la disapplicazione della norma in virtù dell’autonomia speciale riconosciuta dallo Statuto siciliano con Legge Costituzionale. Non intendono rinunciare i deputati siciliani, neanche al vitalizio che la manovra cancella nel caso si ricopra un’altra carica pubblica. Capeggia la “lotta” quel democristiano di Mannino riuscito a sfilarsi dalla retata di tangentopoli, e mandato assolto dopo tre gradi di giudizio. NON ci sta a perdere i 3000€ mensili che sommati all’indennità di Parlamentare nazionale arrivano a 20.000€ netti mensili ed ha fatto ricorso alla Corte dei Conti insieme ad un nutrito stuolo di deputati del PDL. Il federalismo e l’autonomismo spinto, hanno come risultante la moltiplicazione dei centri di spesa e conseguentemente degli squilibri finanziari di cui i potentati locali sono i maggiori responsabili. Se il sud dopo 150anni versa in condizioni di sottosviluppo e miseria, le ragioni profonde vanno ricercate sì certamente nei condizionamenti della criminalità ma anche e soprattutto in una classe dirigente che non si riesce a rinnovare perché i partiti nazionali sia di destra, sia di sinistra, l’hanno eletta a referente-collettore di consensi per cui lo spreco e l’irresponsabilità sono le leve del voto di scambio che determina il controllo sociale. L’equazione è assistenzialismo=
consenso=disincentivo allo sviluppo.

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3 risposte a Il federalismo è cosa nostra

  1. colani scrive:

    O cesare!!!, grande cesare!!!!, ma che stai a di, gli aumenti di spese da attribuire al federalismo? ma che ti ha dato di volta cervello? è noto a tutti da quanti decenni sta povera!!gente del sud sta a risucchiare anche l`ultima goccia. Facendo leva sullo statuto speciale la Sicilia in particolare, ha fatto con Roma il bello e il cattivo tempo. La tua Roma città eterna, schiavista, lo dice persino l`inno. A proposito oggi te la ridi, che i tuoi compari comunisti hanno riscoperto l`inno tanto a te caro e per tanto tempo bistrattato.

  2. agodellabilancia scrive:

    Semplice Watson!: facciamo un’assemblea costituente,eliminiamo le regioni a statuto speciale e costruiamo le macro-regioni federali,con un pò di…buona volontà.

    • caesar scrive:

      Gent.le amico, Lei la fa un pò troppo semplice. Lei pensa che il Trentino Alto Adige si lascerebbe amministrare dal Veneto? O la Valle d’Aosta dal Piemonte? Pensi, alla fine della II guerra mondiale, il movimento indipendentista siciliano chiedeva l’annessione agli Stati Uniti d’America. Le genti italiane, troppo simili per andare d’amore e d’accordo. Fratelli coltelli da sempre: guelfi e ghibellini; sabaudi e borbonici ecc.ecc. Non fu un caso se Cavour preferì lo Stato unitario sul modello francese con un controllo capillare dei territori attraverso i Prefetti di concezione napoleonica. A tanti può non piacere ma l’unica efficace iniezione patriottica dopo Garibaldi fu quella inferta da Mussolini. Grazie per l’intervento, l’animazione del Blog.

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