un tempo cenavano al ristorante gli italiani, oggi che votano male, Silvio li getta tutti al cesso

Pochi anni sono trascorsi da quando Silvio vedeva gli italiani cenare tutti al ristorante: siamo un popolo di benestanti che fa la coda al “ceck in” e vola in vacanza. La realtà è ben diversa da come la descrivono, amava ripetere per esorcizzare la crisi che mordeva e mandava in miseria larghe fasce della popolazione. Oggi che invece hanno imparato a “votare male”, quelli stessi italiani che dava per felici e soddisfatti, sono diventati disoccupati, inetti ed incapaci, buoni al massimo a pulire i cessi. Messo di fronte al rigetto delle urne ed al rifiuto reiterato della sua merce avariata, il piazzista è venuto fuori per quello che è: un saccente che ha saputo contrabbandare a lungo l’ipocrita sintonia con le masse offrendo di sé il profilo da simpaticone votato al bene, capace di includere e fidelizzare con ogni mezzo quanti ne fossero esclusi. In realtà, col suo scazzo impotente ha rivelata tutta quanta l’invidia profonda che nutre pel giovane Salvini che si è bene preparato negli ultimi anni ad accompagnarlo al tramonto egemonizzando culturalmente e socialmente l’area del versante consevatore. Inconsapevole, il vecchio con il suo sbotto contro i disoccupati, ha finito per piegarsi alla realtà dei numeri sempre negata: quei giovani sfaccendanti che malvolentieri metterebbe a pulire i cessi delle sue aziende, si sono riuniti in partito e a far bene di conto, sono la maggioranza degli italiani in attesa di futuro. Figli di quella classe media che venti anni fa votava per l’uomo dei miracoli. Un blocco sociale che rappresenta un terzo totale della popolazione italiana e di gran lunga la maggioranza della popolazione attiva in età da lavoro. Improponibile, anche solamente l’ipotesi che la Lega possa mantenere ai margini una intera generazione per assencondare le trame e gli intrighi di una gerontocrazia che ha rimesso  la tutela dei suoi interessi nelle mani delle oligarchie bruxellesi di cui il PD si è fatto garante per l’Italia. Il ganassa ed il caimano messi in allarme dai sondaggi infatti, addivenirono ad un accordo e partorirono il rosatellum giustappunto per neutralizzare le energie vigorose del cambiamento che salivano alla ribalta del paese migliore. Quello orchestrato con una legge elettorale paralizzante, fu un raggiro ai danni della Lega di Salvini che la votò in Parlamento presa dalla smania di misurarsi al più presto nelle urne ed una vera e propria truffa politica malriuscita ai danni del M5S guidato da Di Maio. Nei sondaggi del dopoelezioni, il PD registra un calo progressivo ed è stimato intorno al 15%. Forza Italia si approssima alla irrilevanza politica, è data sotto il 10%. La chiarezza del messaggio faranno di Lega e M5S la nuova destra e la nuova sinistra del futuro. Forza Italia e PD sono quelle che i politologi definiscono rappresentanze moribonde. L’analisi dei flussi elettorali, indica che sono progressivamente attratti verso la Lega avvertita dall’elettorato come una destra genuina e sincera per la sua opposizione intransigente alla immigrazione di massa; per la sua lotta alla tassazione opprimente; per la ferma volontà di cancellare gli automatismi matematici della Legge Fornero. Il M5S invece, mostra di polarizzare i voti della futura area sinistra della politica alle porte; votano per i grillini gli elettori che aspirano ad una sinistra non legata al potere della finanza, ma schierata in favore di quelle che un tempo si dicevano classi subalterne.

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