Michele, stai sereno ed io lo sono veramente tiene a precisare il comandante della GdF così intimo di Renzi che in vena di confidenze gli dà dello “stronzo”, quando si dice la fortuna di avere amici in alto loco. L’Italia ha più generali che soldati e perché “ripudino la guerra”, gli riconosce generosi stipendi e benefit. Difficile però immaginare che un generale stia lì tutto il giorno a girarsi i pollici non avendo nulla da fare ed allora, non gli resta che sperare in una promozione che incrementi il suo conto in banca e rinfocoli le motivazioni dell’ardita scelta professionale. Siccome però l’Italia è una Repubblica Democratica che ha rinunciato alla difesa finanche dei suoi confini, non potendo dimostrare sul campo di battaglia il proprio valore al generale non resta che intessere una fitta rete trasversale di rapporti con politici ed uomini di poteri diversi scrivono i magistrati, perché si sa che in un sistema democratico scelte e decisioni non si discutono nei consessi delle Istituzioni deputate, bensì nelle taverne come carbonari. Il generale in fondo non aspirava ad altro che ad un posto di comandante generale ritenendo essergli stato soffiato proprio sul più bello, quando l’amico sindaco di Firenze stava per diventare Presidente del Consiglio: con un’astuta mossa Bonapartista il suo rivale infatti, gli arriva alle spalle lanciato sul tavolo dello Stato Maggiore dall’ex Ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni. Facciamo un passo indietro per capire come sia stato possibile che un fascicolo segreto sull’iter seguito per il passaggio dal Governo Letta al nuovo esecutivo che doveva rottamare la vecchia classe politica con i collaudati strumenti del gattorpardesco intringo di palazzo o per meglio dire da vecchia taverna, è poi assurto agli onori dell’opinione pubblica. Bisogna partire dall’inchiesta della Procura di Napoli che vede coinvolta la CPL Concordia sugli appalti della metanizzazione dell’isola d’Ischia, gli sviluppi della quale portano in galera il Sindaco isolano. I tanti atti allegati al fascicolo recano degli omissis che una manina fortunatamente per noi ignari compatrioti, ha messo in chiaro quando la Cassazione stabilisce il trasferimento dell’inchiesta per competenza territoriale a Modena. Le trascrizioni delle intercettazioni allegate al fascicolo Cpl Concordia trasmesso a Modena non hanno rilievi penali e riguardano circostanze estranee all’inchiesta, conferma il PM modenese Lucia Musti. Quelle intercettazioni non più coperte da segreto istruttorio finiscono però sul giornale Il Fatto quotidiano ed a noi cittadini ai quali non interessa un fico secco della carriera dei generali irretiti dai poteri occulti tanto meno delle fortune del giglio magico, le pubblicazioni sembrano un fatto di trasparenza importante, doverose per un Governo che vuole essere oltre che apparire democratico. Non è così invece per la Cassazione che apre un fascicolo per scoprire di chi è la manina che ci ha edotti sulle trame di quelle intercettazioni, più comprensibilmente non è così per il generale col chiodo fisso della carriera che vede definitivamente compromessa per il solo fatto che oramai tutti conosciamo i suoi titoli di merito. Il generale vuole poi riascoltare i dialoghi in taverna perché ha giurato fedeltà al suo Presidente Napolitano e non avrebbe mai sollevato dubbi sulla moralità di cotanti figli presidenziali: saranno frasi pronunciate, ma non da me quelle, asserisce. “Io parlo come mangio”, dico in pubblico quello che riferisco in privato: “Letta non è cattivo, ma è incapace”, prova a rintuzzare il colpo Renzi, ma è del tutto evidente anche se non ha più nulla da nascondere, comunque comincia a non stare sereno come un tempo quando viaggiava coi sondaggi in poppa. La pubblicazione delle intercettazioni che si appresta a sopire, gli hanno sicuramente dato un colpo alla credibilità politica aprendo uno squarcio sui percorsi di formazione decisionali di questa Repubblica che non rispondono alle esigenze del confronto e del dibattito pur acceso, ma all’interesse “particulare” di grumi di poteri parassitari che orientano le scelte della Nazione a loro esclusivo vantaggio. Il quadro che si ricostruisce da queste come da tutte le altre intercettazioni finite per fortuna ribadiamo il concetto, sui giornali, è triste e desolante tutt’altro che democratico anzi, della democrazia mostra tutte le patologie congenite e forse inguaribili. Se il Presidente del Consiglio ammette quello che non può smentire senza pudore, il giglio magico invece si è completamente ammutolito con la sola scontata eccezione di un imbarazzato Orfini che si lascia sfuggire: non dovrebbero uscire conversazioni private sui giornali anche quando sono personaggi pubblici che assumono decisioni per nostro conto? Ci piacerebbe chiedere, perché solamente in questo modo un “paese civile” può capire le reali ragioni di chi lo governa ed alla lunga ne va della stabilità che a parole si dice di voler garantire mentre nei fatti questa stessa governabilità accusa il colpo portato dall’astensionismo. Così nel mentre che la vecchia guardia andreottiana non esente da colpe fonda una nuova scuola di politica per tirare a campare, ci viene il sospetto che un pò tutti stiano seduti nei banchi impazienti in attesa che il supplente di turno risponda alle domande: perché il segretario del PD interferisce senza alcun titolo nella nomina di un generale vicino ad ambienti dell’opposizione? Come mai il corpo di Polizia Fiscale di quest’ultimo archivia le indagini sui contributi pensionistici versati dal Comune e dalla Provincia di Firenze in suo favore per un’assunzione nell’azienda di famiglia formalizzata alla vigilia della candidatura ed indaga per truffa l’ex ministro Josefa Idem per un caso simile? Perché il Sindaco di Firenze e segretario PD permette ad un generale di dargli dello “stronzo”? Non ritiene che per questo generale sia arrivato il tempo di essere posto in congedo? Domande alle quali il più ciarliero dei Presidenti del Consiglio repubblicani a distanza di molti giorni dalle pubblicazioni delle sue conversazioni “private”, non ha dato ancora risposte.
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