Onestà, trasparenza, diretta web, l’idea non nuova che chiunque possa avvicendarsi alla guida del Governo o di una Capitale anche una persona comune priva della necessaria esperienza e personalità come la cuoca citata da Lenin, con la resa di Virginia Raggi è definitivamente tramontata finanche nel M5S. La cuoca di Grillo in sei mesi ha dimostrato di non avere nulla di buono da mettere sul fuoco. La pentola del M5S è vuota di ogni ingrediente utile ad amministrare figuriamoci se fosse chiamata a far da mangiare all’intero popolo italiano: aghi di pino a colazione, pranzo e cena, altro non c’è che l’albero spoglio eretto in piazza Venezia che pure di cuochi ne ha visti di grandi. Troppo grande ROMA ed impresa troppo ardua perché Grillo potesse schiacciare il tasto canc sulla sua tastiera, sfilarsi e ricominciare daccapo facendo finta che nulla fosse accaduto. Sarebbe stato come dichiarare fallimento e sparire dal mercato politico. La vicenda della piccola Raggi ha confermato tutti i limiti ben noti delle utopie quando provano a farsi storia. Il pollice verso di dodici consiglieri contrari a recidere il cordone ombelicale con il M5S e proseguire l’avventura Capitale in autonomia, comunque nulla ha potuto opporre al crollo di credibilità politica che nei fatti, d’ora in avanti il movimento nato dalle visioni di Gianroberto Casaleggio e dalle battute sferzanti di Beppe Grillo, si troverà a dover smentire. Nudi e disarmati di ogni argomento, dopo il disastro romano i grillini prevedibilmente prenderanno tempo, getteranno nel cestino dei loro desktop le batterie di twitt e post elettorali ed a loro insaputa finiranno per scoprirsi i migliori alleati di Gentiloni che potrà sperare di giungere a fine legislatura se solo riuscirà a far ingoiare i rospi già lessi dalla Commissione di Bruxelles. I segnali ci sono tutti, il sistema si è già mobilitato ed ora che la marcia trionfale su Roma si è interrotta prova a far quadrato intorno al Movimento Cinque Stella. Forza Italia e PD hanno rinunciato ad infierire. Il vecchio sistema ha avvertito i primi segnali di minaccia provenienti dalle piazze. Sbarazzarsi del comico ora sarebbe facile, ma non conviene. La protesta tenuta a bada tra palco e realtà, se esasperata e privata di ogni intrattenimento, potrebbe di punto in bianco catalizzarsi fortemente nelle piazze rovesciando tutti e tutto. I twitt in fondo sono diversivi innocui. Fanno meno danni di quello che comunemente si pensa.
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