La democrazia dell’uomo qualunque

La definizione corretta di democrazia italiana è partitocrazia. Essa trova origine dalla caduta del fascismo quando un arco di forze di opposizione che andava dai comunisti fino ad arrivare ai monarchici, si ritrovarono nel Comitato di Liberazione Nazionale la cui azione nel conflitto fu marginale ma bastevole per accampare la pretesa di spartirsi ciò che restava dello Stato: prefetture, provincie, comuni. Pian pianino, mentre si portava a compimento la ricostruzione, occuparono tutte le istituzione dallo Stato al parastato catalizzando i consensi con i favori clientelari, esattamente come la mafia finché il grasso arrivò al cuore del sistema e scoppiò l’infarto di tangentopoli. Berlusconi e la Lega cavalcarono l’ondata di odio e disprezzo per la politica ma non corressero le incongruenza strutturali anzi, presero ad adottare gli stessi metodi di occupazione delle istituzioni con metodi peggiorativi. Il governo Monti ha solamente sospeso la partitocrazia che presto ritornerà a fare quello che ha sempre fatto: rubare. La soluzione nuova potrebbe essere quella di Guglielmo Giannini e del suo Uomo Qualunque, scrive Massimo Fini.

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