Arrigo Petacco partigiano sedicenne, la Resistenza fu un mito inventato dai comunisti

Al tempo di internet quelli che furono giovani negli anni ’80 non possono non ricordare che con gratitudine la storia a fascicoli di Arrigo Petacco. Si acquistava in edicola ed era una novità non di poco conto: la storia, la grande storia usciva dalle biblioteche e dai cenacoli esclusivi per portarsi nei luoghi più prossimi al variegato pubblico di massa. Ricca, ricchissima di foto e documenti spesso inediti. Un approccio nuovo, distante tanto dalla pedante saggistica quanto dalle tediose lezioni professorali. In un linguaggio narrativo semplice e scorrevole permetteva di scoprire risvolti e chiavi di lettura dei fatti che i libri scolastici inquinati dal dottrinarismo marxista, avevano scientemente soffocato. Arrigo Petacco è stato un partigiano, aveva sedici anni al tempo della “resistenza” e senza riserve con la consapevolezza documentaristica dello storico, affermava, ancora nel 2016 due anni prima della sua scomparsa, che senza l’intervento degli Stati Uniti d’America in Italia la Resistenza non ci sarebbe stata. Che quelli coinvolti non erano più di ottantamila uomini e non erano nemmeno comunisti a cui va detto, della Patria non importava nulla. Sul movimento resistenziale però, seppero edificare un “castello di carta” tale da farla apparire come “lotta di popolo”. Per molti anni contro la retorica resistenziale aggiunse, non si è potuto scrivere. Solo a Giampaolo Pansa è stato permesso di ricostruire la verità, perché era un giornalista che si pensava orientato a sinistra. Ecco, alla rituale celebrazione del 25 aprile 2024, crediamo sia utile accennare al lavoro di intellettuali e storici anticonformisti, capaci di mantenere, testimoniare e documentare un pensiero libero ed autorevole che per molti versi stride con le verità dei vincitori. Come nel caso ad esempio, di Domenico Fisichella: il fascismo fu una dittatura autoritaria non un regime totalitario, sostiene il professore nel suo ultimo lavoro. Il totalitarismo pretende infatti di distruggere l’intera società per edificare una nuova realtà. Oggi conclude, il pensiero di destra è in crisi perché all’orizzonte non s’intravedono soggetti capaci di prendere a riferimento la civiltà cristiana, la nazione, la libertà responsabile…

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