son vecchi, son forti e non sono politicamente morti

Inquisiti, condannati, sotto processo, con mandati di arresto che pendono sulle loro teste, sbugiardati da intercettazioni eloquenti eppure ancora contano e non schioderanno. C’è il rischio concreto di rivederli seduti sugli scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama anche nella prossima legislatura. Hanno dato prova di possedere una tale capacità di curare e mediare interessi anche confliggenti che gli ha permesso di creare una rete di rapporti tali da renderli necessari all’economia dei consensi elettorali e ciò garantisce loro un potere reale di condizionamento che difficilmente si riuscirà a rottamarli od a resettarli del tutto. Il richiamo allo “scatto morale” sembra scorrere come acqua fresca, sicuri della presa che hanno nei rispettivi territori, resistono in prima linea svolgendo ancora oggi un ruolo di rappresentanza che in altri paesi gli sarebbe impedito. Sintomo evidente di una democrazia malata la nostra, che si mostra incapace di abbandonare i suoi vuoti riti parolai per far posto al rigore ed alla concretezza del tempo nuovo che sopraggiunge e che rischia di ridimensionarci e renderci marginali nel contesto globale. Non s’avverte lo scatto morale, le valutazioni scaturiscono ancora dalle opportunità che ciascuno intravede per sé manca del tutto la visione di prospettiva nella quale si possa riconoscere il disegno dell’avvenire di una comunità.

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