La parabola ascendente di un comunista liberale

L’invito è a recuperare il pensiero di Luigi Einaudi perché quella liberale NON è una dottrina economica ma una tesi morale, quasi una misura di igiene sociale per prevenire fenomeni diffusi di corruzione. Ineludibile per l’Italia una progressiva riduzione e selezione della spesa pubblica che deve investire anche lo “stato sociale” con le sue degenerazioni parassitarie riformando gli obiettivi delle politiche sociali rimodulandole “in coerenza con l’epoca della competizione globale e con le sfide che essa pone all’Italia.” A scriverlo, con buona pace di tutti i movimenti di piazza è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera alla rivista politica CafféEuropa Nella Sua ricostruzione storica della vicenda politica europea che inserisce nel quadro italiano, non si rileva però alcun riferimento ai fenomeni di degenerazione etica che nel nostro paese sono stati ispirati e “messi in opera” proprio da quelle forze liberali come il PLI e da quelle che al liberalismo si convertirono come il PSI ed in ultimo, ampiamente illustrato dalla cronaca, il PDL. Quindi forse il problema non è tanto quello di immaginare uno Stato minimo per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo della società italiana quanto, le mani alle quali si affida questo Stato ed il diritto, di manica garantista eccessiva, che rende tutto sommato accettabile il rischio di corrompersi. Le scelte collettive probabilmente subiscono molto forte l’ascendente culturale di costumi e tradizioni semplicistiche e banalizzanti che prendiamo per abbreviare i percorsi e giungere senza fatica e scarso merito al “nostro particulare”.

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2 risposte a La parabola ascendente di un comunista liberale

  1. caesar scrive:

    gent.le Macchia, il Suo stesso gradito ed appassionato commento al nostro pretenzioso, apodittico giudizio dimostra che questo non sfiora minimamente il ridicolo semmai è provocatorio di risposte piccate. Non intendevamo esprimere un personalissimo punto di vista ma cogliere le contraddizioni implicite nella tesi di quanti sostengono che il sistema ottimale sia quello liberale perché lasciando fare al mercato si previene la corruzione. Tutt’altro. Per quanto riguarda la “distorsione dei fatti storici”, è verità giudiziaria e fatto storico accertato che il PSI Craxiano badi bene, non quello di De Martino, il PLI dei De Lorenzo non quello dei Zanone, il PRI dei La Malfa non quello degli Oddo Biasini furono < > colte con le mani nel sacco dello < >. E’ un fatto storico che la parte di Democrazia Cristiana di ispirazione “liberale” passata nelle fila del PDL ha perseverato poco cristianamente a rubare tanto che annovera deputati ed amministratori arrestati, inquisiti, rinviati a giudizio perché da quello Stato che dicono di voler mantenere fuori dall’economia, traggono i propri profitti. Le auguriamo di trascorrere un Buon 2012 in nostra compagnia. Al prossimo commento.

  2. Ermanno Macchia scrive:

    Si tratta di un giudizio che non sollecita commenti,perchè palesemente fondato su considerazioni a dir poco sorprendenti,che sfioranno il ridicolo.Non in quanto legittimo nonchè personalissimo punto di vista,sempre rispettabile,ma in quanto pretenziosa e apodittica affermazione fondata su distorsioni di fatti storici,se non addirittura invenzioni,che attribuiscono responsabilità in merito a “fenomeni” di degenerazione etica del ns sistema politico,al PSI e al PLI (sic!),cosa che i fatti lontani e recenti si sono invece incaricati di riportare molto più semplicemente ad una vicenda storica in cui le responsabilità furono molto più diffuse e intrecciate,e allignarono eattorno ad un sistema politico e istituzionale (e quindi di potere) “bloccato”,dominato per oltre mezzo secolo dalla DC e ,all’opposizione,dal PCI .Con la partecipazione,se non la complicità,disettori influenti di autorevoli corpi dello Stato,a cominciare dalla Magistratura.

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