Il vizietto di telefonare e la tenaglia per sapere perché

Sarebbe una campagna di delegittimazione quella di conoscere la verità, addirittura una tenaglia eversiva che starebbe stringendo i fili del telefono per spezzarli dobbiamo desumere. Tutto sommato NON sarebbe poi un tentativo così destabilizzante se fosse questo l’intento di fondo pensiamo, piuttosto nel caso lo valutiamo un rabbonimento visto il vizietto ricorrente di usare il telefono per chiedere, consigliare, suggerire, informarsi. A noi risulta che il Consiglio Superiore della Magistratura se non rileva indiscipline e violazioni, non può intervenire. Non vogliamo però addentrarci in questioni giuridiche che lasciamo agli esperti resta il fatto insolito che in più occasioni si è cercato di mettere un piede in un campo non pertinente le funzioni proprie di vertice. Gli interrogativi sollevati sembrano legittimi non ricattatori. Anzi, si è data la possibilità ad alcuni di riprendere le litanie garantiste per garantire chi trama nell’oscuro sottraendo agli investigatori il solo strumento efficace per ricostruire la realtà dei fatti e cioé, le intercettazioni. Quante porcherie sono restate impunite, quanti delitti e crimini si sono perpretati in Italia e sono restati impuniti per insuffienza di prove? Le intercettazioni c’hanno svelato tutto un mondo sommerso che altrimenti non sarebbe venuto alla luce e gli autori l’avrebbero fatta franca. Chi trama al telefono non può pensare di rivendicare riservatezza soprattutto quando l’oggetto delle conversazioni riguarda fatti gravi ed a maggior ragione quando coinvolge uomini delle istituzioni che devono rispondere al popolo.

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