Con un motu proprio, il Giubileo fiscale

La chiesa non paga tasseSia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato rispondono gli agenti del fisco che restano a mani vuote quando bussano alla porta di alberghi, ristoranti, musei, scuole gestiti da ordini religiosi, confraternite, congregazioni. Molte di queste attività d’impresa sono totalmente sconosciute al fisco, non hanno né codice fiscale, né partita iva, ma si promuovono sugli organi di stampa e di fatto finiscono per fare concorrenza ai privati praticando tariffe di mercato ed omettendo però di pagarne gli oneri. L’evasione di Ici, Imu, Tasi,Tari, iva, Cosap si calcola raggiunga in alcuni casi eclatanti anche milioni di euro nonostante ciò, quando arriva alle porte del Vaticano il fisco per timidezza della politica, si ritira in buon ordine. Di dare a Cesare quel che è di Cesare anche la Chiesa di Bergoglio pare non ne voglia sentire parlare. Pizzicate spesso, alcune di queste imprese commerciali cominciano anche a pagare le prime rate poi siceramente pentite, interrompono i versamenti e si affidano ad esperti avvocati che potendo contare su di una legislazione volutamente ambigua permette ai reverendissimi clienti di svicolare e farla franca. Eppure basterebbe poco per risolvere il problema se pensiamo che Papa Francesco di recente con un motu proprio ha modificato il diritto canonico su questioni al centro della Dottrina della Chiesa come l’indissolubilità del matrimonio ora reso nullo in quattro e quattrotto per giunta a gratis; ha cancellato la pena dell’ergastolo; ha addirittura condonato l’aborto; ripulito lo Ior e condannato il capitale; richiamato a sé i peccatori più incalliti convocando il Giubileo della misericordia, ma sulle tasse ancora niente. Non ci resta che pregare lo Spirito Santo perché intervenga ed induca Sua Santità a convocare un grande, sincero ed onesto Giubileo fiscale che accolga questo povero Stato italiano in cerca di pace, serenità e sicurezza per i suoi cittadini.

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