Non è Casaleggio l’uomo che sussurra a Di Maio

Parlano lo stesso dialetto e s’intendono a meraviglia Vincenzo Spadafora e Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati. I due giovani hanno anche altro in comune, nel curriculum di entrambi brilla l’assenza di un titolo di studio accademico. Luigi per la verità sembra di non aver ancora rinunciato a riempire la casella vuota rinviando il raggiungimento del traguardo al termine della carriera politica. Vincenzo invece, già nel 2013 denunciava un certo rimpianto. In ogni caso non gli sono mancate le grandi soddisfazioni, è stato infatti docente a contratto presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione
dell’Università La Sapienza di Roma, si legge nella biografia ufficiale; esperto in materia di pubblica amministrazione, valutazione di progetti e coordinamento delle attività istituzionali; ha ricoperto incarichi presso la Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Agricoltura e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali prima che Di Maio lo scegliesse per affidargli l’incarico di responsabile delle Relazioni Istituzionali. Ed è nelle relazioni che deve essersi rivelato un vero maestro l’uomo che sussurra a Di Maio se nella sua prestigiosa carriera, è riuscito ad accreditarsi presso la casta e l’anticasta con immutata autorevolezza e credibilità. Vincenzo Spadafora viene infatti da lontano, per arrivare a Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati e candidato in pectore alla guida dell’Italia con un monocolore a cinque stelle, pensate, è dovuto partire dall’UDEUR di Clemente Mastella. Roba da malox per lo stomaco delicato dei grillini. Poi conquista i Popolari, Rosa Russo Jervolino sindaco di Napoli, nel 2010 lo nomina Presidente della Municipalizzata Terme di Agnano finita in liquidazione. L’ascesa del nostro esperto però non s’interrompe. Viene notato infatti da Pecoraro Scanio che lo porta con sé nella segreteria dei Verdi e da qui il lancio definitivo con Rutelli che lo promuove a capo segreteria. Scoloriti i verdi, monta sul ronzino rampante di Montezemolo, Italia Futura, che non scenderà mai in pista e finirà per convergere in Scelta Civica di Mario Monti. Nel 2008 il portavoce del portavoce vice Presidente della Camera, diventa Presidente di UNICEF Italia. E non è finita qui, la collezione di incarichi continua. Renato Schifani Presidente del Senato e Gianfranco Fini allora Presidente della Camera, di comune accordo istituiscono il Garante dell’Infanzia e fanno di Vincenzino il primo Presidente.  Caduto nella polvere Fini e uscito di scena Schifani, nel 2013 arriva a furor di popolo il M5S per aprire Montecitorio come una scatola di tonno fa sapere Grillo. Luigi Di Maio, di professione “webmaster”, viene eletto vice Presidente della Camera coi voti del PD di Bersani e subito si mette a lavoro per esaminare i curriculum. Vincenzino Spadafora già che si trova, imbuca il suo curriculum nella rete grillina. Ed anche stavolta gli va bene. In fondo possiede tutti i requisiti del nuovo che avanza dal web in cerca di lavoro. Tra esperti digitali  è risaputo, il clic viene automatico. L’upload tra il client della casta ed il server dell’anticasta è velocissimo. Pochi secondi e l’upgrade è bello che completato.
Vincenzino Spadafora versione 8.0 ha pronto l’algoritmo delle giuste relazioni per far salire Di Maio al Colle a ritirare l’incarico di PdC. Prosit, alla salute di Rousseau.

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