Napoli è pulita, Alì babà pronto a sborsare 100 milioni per la grande moschea

Fratellanza musulmana, gli hippy che guidano l’amministrazione della sventurata città di Napoli hanno fretta di sgomberare gli operatori dello storico mercato ittico nei pressi di piazza Duca degli Abbruzzi per regalarci la grande moschea. Sulla linea di costa praticamente a ridosso del centro città, svetterà il minareto di maometto sopra il Campanile della Madonna del Carmine poco distante, alla quale i napoletani sono devotissimi al pari di San Gennaro. Povera questa notra Patria, stretta senza speranze tra le mire di vecchi pregiudicati e giovani delusi dei tempi andati, quando ci s’illudeva sognando il meticciato nel nome del socialismo di Breznev. Stavolta però non saranno i rubli bensì i dollari di Alì babà, sultano del Barhein e di quello del Quatar che nel nome del profeta si compreranno i sogni multiculturali di Giggino e della sua accolita di nullafacenti per il bene di Napoli. Evidentemente i petrodollari non puzzano di camorra e si possono chiudere entrambi gli occhi sulla devastazione del paesaggio storico-architettonico-culturale che inevitabilmente subirà modifiche tali da portarlo fuori dal contesto delle radici Cristiane d’Europa dalle quali non vogliamo e non possiamo staccarci per inabbissarci nell’utopia egualitaria. Prima di andare via però, i pescivendoli gli ricordano d’imbarcare per l’Olanda la monneza che ancora oggi, 27 ottobre 2012 giace spudoratamente nella boscaglia delle aiuole di Ponticelli. Amici di Blogaccio, in attesa della Mecca, godetevi lo spettacolo:

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