Lega d’amici, non di manette

Lega d’amici e non di manette anche se un pò trafficoni. Senza l’opposizione interna di Maroni che non si è pronunciato come per il caso Papa, l’uomo di fiducia di Tremonti, Milanesi, non può essere mandato in galera per la Lega. Un fatto è certo: il movimento ha perso per le infinite strade che portano a Roma, tutta la sua verace, schietta forza d’impatto; resiste solamente il suo consolidato elettorato perché non ha o non trova alternativa coerente e credibile. Poca ed ancora debole la fronda interna dei vari Tosi, Maroni ecc. che entusiasmano più le fila degli oppositori legati ai partiti tradizionali che non quelle che votano Lega nord forse, proprio per il loro generoso tentativo di superare i circoscritti localismi per far assumere al movimento una dimensione ed un respiro moderno.

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