A Natale facciamo finta che tutto va bene e ci raccontiamo la favola di Dio e dell’amore per la famiglia. In realtà, sospendiamo la verità perché avvertiamo ancora il bisogno di credere nell’illusione di un mondo scomparso al quale forse un tempo siamo appartenuti ma che certamente oggi abbiamo non smarrito ma decomposto, finito, chiusi nell’io fieri di un irrimediabile destino che non ci accomuna più ma vuole renderci tutti necessariamente pronti a percorrere il deserto nichilista. Dio è morto e la famiglia atomizzata non si tiene più insieme esposta com’è alle incursioni del disconoscimento ed allora a Natale per qualche giorno disattiviamo la verità oggettiva dei rapporti per recitarci l’atto di fratellanza e d’amore che ci aiuta a sopravvivere nella menzogna e nel disonore.
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