A Bruxelles Monti la sfanga, a Trani la procura incastra S&P sul gioco sporco del declassamento

A Bruxelles Monti ha vinto la battaglia contro lo spread cioè, ha ottenuto non solo per noi ma per tutti gli Stati dell’Unione impegnati nel risanamento, di utilizzare l’ausilio del Fondo Salva Stati Europeo senza cedere sovranità in sostanza. A Trani però, i magistrati che hanno tra le mani messaggi di posta elettronica ed intercettazioni inequivocabili che dimostrerebbero un’alterazione dei rapporti analitici emessi per turbare il mercato finanziario, stanno per rinviare a giudizio S&P ed assestare un colpo se non definitivo certamente più efficace che dovrebbe spuntare le armi della credibilità alla speculazione. Adusbef ha chiesto alla Procura addirittura d’ipotizzare il reato gravissimo di attentato contro l’integrità ed unità dello Stato e la sospensione immediata della licenza ad operare sul territorio nazionale dell’agenzia di rating. Gli sforzi degli Stati vanificati, i sacrifici chiesti alle popolazioni, le condizioni generali di sopravvivenza peggiorate, tutto sarebbe determinato da queste centrali d’interessi speculativi che non si fanno scrupolo di pronunciare giudizi economici negativi e valutazioni di affidabilità malamente fittizie al solo scopo di lucrare oltre ogni accettabile limite sui bisogni e le necessità primarie delle nazioni. Se il lavoro della Procura di Trani dovesse accertare per sentenza un disegno eversivo, s’imporrebbe un ripensamento che il nostro paese dovrebbe promuovere a livello internazionale, perché il destino delle nazioni possa sottrarsi alla valutazioni di agenzie private per rispondere ad organismi terzi da immaginare imparziali che possano serenamente ed obiettivamente esprimere una valutazione affidabile sulle potenzialità finanziarie degli Stati a coprire gli oneri del credito.

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