Il grasso spremuto da Bondi in attesa di quello di Giavazzi, quanto ad Amato poco o nulla…

Punto per punto, tutto il grasso che Bondi è riuscito a spremere in attesa di quello di Giavazzi sui contributi pubblici ai settori produttivi ed alle agevolazioni fiscali quanto ad Amato che dovrebbe fare a fette la sugna destinata ai partiti figuriamoci, c’aspettiamo poco o nulla. Il comunicato cita i tanti messaggi inviati dagli italiani che avrebbero validamente contribuito ad orientare la lama del coltello nel grasso che continua a colare copioso tra le maglie ancora larghe della spesa pubblica e che tiene in vita troppi parassiti. Monti promette che i risparmi andranno agli esodati ed ai terremotati ed eviteranno l’aumento dell’IVA. Staremo a vedere. Sempre secondo Monti, l’intervento è stato chirurgico perché avrebbe risparmiato scuola e sanità asportando il grosso del tessuto adiposo dagli acquisti di beni e servizi, dal pubblico impiego, dai trasferimenti agli Enti locali, dalla soppressione di enti inutili, dalla rinegozziazione dei contratti di locazione e dalla vendita del patrimonio immobiliare dell’esercito, dal dimezzamento delle provincie i cui criteri verranno definiti entro dieci giorni dalla pubblicazione del decreto. Più nel dettaglio devono essere segnalati il dimezzamento del finanziamento alla scuole private contrariamente alle indescrezioni trapelate prima del varo ufficiale del decreto, i 90 milioni destinati al diritto allo studio che compeseranno le rette di quelle università che prevedono una contribuzione a carico dell’utente superiore al 20% del costo del servizio inoltre, sono stati stanziati 103 ml per i libri di testo delle scuole medie. Altra buona notizia riguarda la spesa farmaceutica: lo sconto che le farmacie dovranno obbligatoriamente praticare ai pazienti sale fino ad un massimo del 3,85%, il precedente si fermava a 1,82%. E’ andata male agli Statali dove il sostantivo “licenziamento” assume contorni definiti: gli esuberi o andranno in pensione se hanno maturato i requisiti pre-riforma Fornero, o andranno in mobilità all’80% dello stipendio e trascorsi due anni licenziati se NON ricollocabili in altra Amministrazione. Saranno costretti a prendere le ferie e gli è stato tagliato il valore del buono pasto che scende infatti per tutti a 7 euro. Una perdita media sullo stipendio reale degli impiegati che si aggira sui 75€ mensili. Come imponeva la lettera della BCE esattamente un anno fa, il pubblico impiego dimagrirà scendendo intorno ai tre milioni di unità con un taglio del 20% alle poltrone dei dirigenti che costano mediamente 285€ al giorno e di un ulteriore 10% alle piante organiche dei dipendenti. Le provincie saranno dimezzate ma NON da Roma che si limiterà a definire i criteri territoriali e di densità abitativa dei tagli le decisioni però, saranno adottate dai Consigli delle Regioni. Nel frattempo, le Provincie NON potranno assumere a tempo indeterminato. Per le città capoluogo di Regione, saranno create dal 2014 le “città metropolitane”, ma sarà poi vero? E’ dal 2008 che le norme citano queste nuove amministrazioni locali ed ancora NON si sono viste. Una sforbiciata netta arriverà dalla nullità dei contratti d’ acquisti che si discostano dalle tariffe Consip. Netto anche il taglio ai CDA delle aziende partecipate locali: massimo tre componenti di cui due, dovranno obbligatoriamente essere consiglieri già dipendenti dell’Ente con risparmi sicuri quindi sui gettoni ed altri emolumenti dal momento che conserveranno lo stipendio dell’Ente già previsto a bilancio. Il decreto è legge ma durerà 60 giorni e prima di questo termine dovrà essere convertito in Legge ordinaria pena la decadenza. Passerà indenne tra le sabbie mobili delle aule parlamentari dove i partiti già pensano alle elezioni? Finirà in una bolla di sapone come il decreto liberalizzazioni?

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