ANDREMO ALL’INFERNO PER AMORE DI VERITA’

Io sono la Via, la Verità, la Vita (Vangelo di Giovanni 14, 1-12). NON chiediamo alcun perdono ai ministri di Dio in terra, vogliamo rischiare l’inferno pur di seguire la PAROLA ed affermare la VERITA’. Tra i doveri di un cattolico c’è la rivelazione, il perdono di fronte al pentimento sincero, NON c’è la perseveranza nel peccato, il silenzio e la menzogna, il raggiro odioso e la molestia dei propri fratelli. Eppure, nel corso della sua storia, la Chiesa di Cristo in terra, c’ha spesso disgustato con scandalosi comportamenti dei suoi ministri sempre e comunque perdonati prima ancora di attendere il pentimento sincero e l’espiazione delle colpe in nome di un’interpretazione filosofica e modernista della FEDE, ma i fatti recenti hanno superato ogni più pessimistica ipotesi e segnano un periodo di decadenza grave. Tra le mura del Vaticano si mette agli arresti un poveraccio, un servitore la cui unica colpa è di aver reso edotti i fedeli degli scandali, dei delitti, delle truffe che si perpetrano nelle segrete stanze mentre cadono nel silenzio gli abusi dei preti pedofili subitaneamente “perdonati”, le truffe finanziarie dei “banchieri di Dio“, le compiacenze omertose con le organizzazioni mafiose, il rigetto di tutte le istanze di trasparenza presentate dalla Magistratura italiana. Un branco di apostati discute e peggio punisce la trafugazione di documenti infangati di vergogna ed evita mistificando la realtà, di discutere gli scandalosi contenuti di quei documenti. Modalità che ci riportano alla mente Lutero e c’inducono a rivalutare la sua Riforma della Chiesa troppo venale e terrena che offende e mortifica tutti, cristiani e non.

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Una risposta a ANDREMO ALL’INFERNO PER AMORE DI VERITA’

  1. Massimo Vaj scrive:

    Ricordo come fosse ieri il gelo, sceso in piazza San Pietro lungo due interminabili secondi, all’annuncio dell’elezione di papa Ratzinger. I fedeli che riempivano l’emiciclo di quel luogo, avvezzo alle chiusure degli occhi interni alle coscienze, pur essendo impermeabili alla sensibilità che sa scovare le ipocrisie, si raggelarono all’annuncio. Strano fatto che in uno Stato ovviamente non democratico l’elezione del Papa avvenga attraverso una votazione di maggioranza. Ecco cosa significa partire col piede sbagliato, anche se non è certo il piede a occupare il distretto, oggi più rappresentativo, dei religiosi che hanno le chiavi del rifugio antiatomico del Vaticano…

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