Napoli sospesa tra Don Milani e Bakunin

Una rivoluzione con a fondamenta il ripristino della legalità era stata la premessa per la rinascita di Napoli durante la campagna delle amministrative contestuale alla rottura delle connivenze col vecchio sistema. Oggi invece, la città si ritrova ad intraprendere scelte e politiche contingenti che smentiscono i giudizi e le valutazioni che gli stessi protagonisti davano quando erano proposte dagli avversari basti pensare alla vicenda dei rifiuti esportati all’estero, agli assessori condannati che menano vanto delle proprie gesta, al sindaco che giustifica la violazione delle leggi se ritenute ingiuste, ad un PM in Giunta fresco di nomina che resta in silenzio e ritiene che non si debbano censurare gli strafalcioni contraddittori del sindaco capace di sostenere tesi ed antitesi senza il benché minimo imbarazzo. Più che una rivoluzione pacifica della politica quella di De Magistris sembra essere una sorta di rivoluzione permanente che tenedo sospesa la città tra “Don Milani e Bakunin si propone di conservarne gli entusiami facendosi dettare le scelte dagli umori del momento.

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