Lo Stato non fa l’imprenditore e nemmeno la mafia investe più al sud

fabbrica abbandonataSud, la piaga italiana. Il rapporto svimez 2015 racconta di un’area dimenticata che negli ultimi tredici anni è cresciuta la metà della Grecia, che pure è al centro dell’attenzione europea. Le performances economiche del meridione hanno fatto precipitare l’indice di crescita generale dell’Italia rispetto agli altri 18 paesi dell’euro zona. Basti pensare che degli 811.000 posti di lavoro persi durante la crisi, ben 576.000 sono spariti al sud, cioé il 70% del totale. Nel frattempo un milione e 677mila persone sono emigrate dal sud verso il nord Italia di questi, 205mila sono giovani laureati. Quando si parla di fuga dei cervelli! Mentre al centro nord i consumi fanno registrare una ripresa dello 0,3%, al sud calano dello 0,8%. Nel meridione una famiglia su tre è indigente, la Campania tra le regioni del sud messa obiettivamente meno peggio, è al secondo posto nella classifica poco invidiabile delle regioni più povere d’Italia. Questi i dati ufficiali, raccolti ed aggregati con criteri scientifici. C’è però una realtà sotto gli occhi di tutti che nelle statistiche non entra o se vi entra, lo fa per stime approssimate per difetto ed è quella dell’economia in nero, che in buona sostanza regge l’intera struttura sociale del mezzogiorno e di cui per farsi un’idea, basterebbe interrogare i numerosi turisti che soprattutto nei mesi estivi affollano le spiagge ed i mari del Tirreno e dello Ionio. In fondo, tra Grecia ed Italia meridionale è una bella gara, non c’è dubbio. La sola differenza è che in Italia non se ne può parlare liberamente pena l’essere additati alla pubblica gogna come razzisti. E qui, tra gli animatori di Blogaccio chiariamo, siamo tutti nati, cresciuti e viviamo al di qua del Garigliano! Ma abbiamo occhi per vedere il traffico nelle aree metropolitane ad esempio, che proprio come segnale di miseria nera non si può classificare. Le auto saranno anche vecchie ed ammaccate, ma vanno. Consumano benzina e copertoni. Per non parlare di moto e motorini all’ultima moda che sfrecciano a manetta anche sui marciapiedi. Consultare i registri comunali delle multe non riscosse, per credere. A questo fiorente mercato endemico, si è poi aggiunta una diffusissima e capillare economia elusiva che viene dai paesi asiatici con la piena della globalizzazione e che nel meridione, particolarmente in Campania, ha trovato un naturale terreno fertile per attecchire e svilupparsi. Ecco, se ci fossero controlli seri, quante risorse si potrebbero recuperare da queste aziende per poi reinvestirle nelle infrastrutture di cui il sud è oggettivamente carente? Chi è in grado di fare una stima? Noi no, ci chiediamo solamente perché questo sottobosco di economia è lasciato libero di operare sul territorio della Repubblica Italiana. Qualcuno azzarda che ci siano accordi internazionali segreti, ma sono sicuramente illazioni che lasciamo ai blogger di professione, per il resto siamo sicuri che da domani al Ministero dell’Economia in coordinamento con il Ministero di Giustizia e con il Ministero dell’Interno, qualche novità riusciremo a vederla. Poi arriva Taddei, il responsabile economico del PD, che ci viene spiegare che è inutile farsi illusioni, lo Stato non potrà fare mai più l’ imprenditore, al massimo nel mezzogiorno lo Stato sarà un facilitatore di sviluppo. Lo Stato non farà l’imprenditore, ma sarà la stampella non per distribuire risorse a pioggia quanto piuttosto studiare incentivi fiscali e tagli all’Irap. Il nostro modello d’intervento, prosegue il responsabile economico del PD che occhio e croce sembra conoscere poco la realtà produttiva del mezzogiorno, supera il modello di sostegno settoriale per divenire generalizzato. Usciamo dalla logica dell’emergenza come quella che immagina le zone franche, per creare condizioni permanenti favorevoli agli investimenti. Sarà forse per questi motivi che viene tollerata oltre misura l’economia sommersa? Taddei forse non lo sa, ma l’economia in nero è la migliore forma di incentivo generalizzato all’impresa. Senza, il sud sarebbe veramente alla fame. Non bastano un pò di incentivi che per altro nei fatti già sono abbondantemente diffusi come abbiamo testé illustrato, per fermare il declino del meridione servono investimenti del tipo CDP che al sud raccoglie gran parte del risparmio e dove invece non reimpiega a sufficienza per creare nuova impresa preferendo trasferirlo al sistema produttivo presente in larga misura al nord. A sorpresa, un cenno di novità che potrebbe lasciare ben sperare almeno nell’approccio ci viene da Reggio Calabria, il giovane sindaco Falcomatà non chiede soldi, ma strade, treni e concorrenza nel sistema portuale e dei trasporti aerei. Abbiamo volutamente tralasciato il tema del controllo del territorio che in teoria sarebbe un compito primario dello Stato per garantire le condizioni di base alla nascita d’imprese e dunque alla creazione di ricchezza, ma ci informano che al sud finanche la mafia ha smesso di investire preferendo ripulire altrove i suoi capitali sporchi. Renzi infatti ha annunciato che il 7 agosto riunirà una direzione speciale del PD sui temi del mezzogiorno e letti i sondaggi, ha promesso di agire repentinamente per portare al sud investimenti puliti ed operatori economici onesti. Anche questa è una vecchia storia, la DC che prepara il terreno per la campagna elettorale promettendo investimenti e lavoro. Come è finita, l’avete appena letto.

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